Non è facile reagire senza svenire quando un direttore di Biblioteca ti chiama e ti dice: “Dobbiamo censire tutte le vittime dei bombardamenti su Foggia del 1943, e ho pensato che possa farlo tu!”.
Dopo il primo attimo di smarrimento, provai a evadere la richiesta balbettando un: “Direttore, ma sono più di 20.000!!”. Con la ben nota aria stampata in faccia, secondo il quale nulla è impossibile, il dottor Mercurio, mio e nostro Direttore dell’allora “Magna Capitana”, mi congedò dicendo: “Maurizio, a noi non interessa quanti furono quei poveretti. Di sicuro furono molto di meno, in ogni caso abbiamo un debito di riconoscenza con loro e con le loro famiglie e in occasione del 70° anniversario – era infatti il febbraio del 2013 – il tuo compito sarà quello di rintracciarne quanti più possibile”.
Abituato alle sfide non facili, ma condividendo pienamente messaggio e obiettivo, mi calai immediatamente nella ricerca. Già, ma dove cominciare? Ricordavo le lapidi posizionate all’interno della Stazione ferroviaria – il luogo forse più martoriato di Foggia – e da lì cominciai, facendo delle foto per ricavarne il primo elenco. Poi mi dissero di Gaetano Spirito, che per primo aveva provato a censire quelle vittime, anche se poi scoprii non essere andato oltre quota 450 se ricordo bene, compresi un centinaio di militari tedeschi.
Mi ci volle del tempo per capire che una ricerca storica del genere aveva bisogno non solo di maggior tempo – Mercurio pensava potessi raccogliere tutti i nomi entro il 2013, per contribuire come Biblioteca Provinciale alle iniziative a suffragio della Giornata del 22 luglio quando a Foggia, ogni anno, il Comune organizza degli eventi commemorativi – ma, soprattutto, di andare alla ricerca di ben altre fonti. Così fu.
Dopo otto anni – sei quelli sui quali il sottoscritto ha materialmente lavorato sul campo –, il risultato è importante e, per certi versi, rincuorante. Importante perché la mission, è stata rispettata; rincuorante perché, senza ombra di dubbio, in quei caldi mesi del 1943 non morirono 20.298 persone ma – fortunatamente – molte migliaia di meno.
Non era pensabile che 70 anni dopo – almeno 70 anni alla data del 2013, quando, come detto, partì la ricerca – Foggia non solo non avesse un monumento a ricordo di quella tragedia (ogni città italiana che abbia subìto bombardamenti e registrato le sue vittime civili, ne ha), ma che delle vittime non si sapesse nulla.
Nacque così l’idea, come obbligo morale, di rinsaldare la memoria storica attraverso la costruzione di un “monumento” alternativo a quelli in marmo: un “Censimento” ove poter leggere i nomi di chi perì in quella tragedia, voluta dal Fascismo e aggravata dalle bombe degli “Alleati”, intesi nel senso di eserciti inglese e statunitense alleati nella lotta al Nazifascismo. Altra storia fu l’alleanza figlia dell’8 Settembre.
La notizia importante è che da fine luglio, per ricordare questa tragica pagina di storia, sul sito della nostra Biblioteca, www.lamagnacapitana.it e nella Sezione da me curata, cioè “La Meravigliosa Capitanata”, trova spazio il tanto atteso “Censimento”, coi nomi dei deceduti, i dati anagrafici, le date di morte e le fonti da cui sono state tratte le informazioni.
Proprio queste costituiscono l’ossatura della ricerca. Il dato finale, che resterà per sempre un dato parziale, è il risultato della consultazione di numerosi archivi: da quelli dello Stato Civile del Comune (ove è presente il preziosissimo registro coi nomi delle vittime dei bombardamenti aerei del 1943, con registrazioni effettuate anche dopo il 1950!) a quelli cimiteriali; da quelli dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra a quelli della Curia (utilissimi i registri dei transunti forniti da alcune parrocchie); da quelli del Tribunale (che conserva i deceduti dello Stato Civile) a quelli della Prefettura (spulciando i nomi degli orfani di guerra in molti casi sono risalito ai deceduti); da quelli dell’Archivio di Stato al Fondo “Gaetano Spirito” presente nella Biblioteca dei Padri Cappuccini dell’Immacolata; dalla ‘Lapide Virtuale’ del G.A.D.D. (Gruppo Amici Della Domenica) alla lapide marmorea presente all’interno della Stazione ferroviaria di Foggia.
Si è trattato di un percorso vasto e complesso, arricchito da mirate ricerche svolte sul web, sfogliando libri e quotidiani, coinvolgendo gli archivi comunali di alcuni paesi della Provincia, chiedendo e ottenendo l’aiuto dei cittadini e intervistando numerosissimi anziani.
Ovviamente si tratta di una ricerca work in progress: in qualunque momento i dati presenti sul nostro sito potranno essere integrati, corretti o cassati, grazie al contributo dei cittadini o all’affinamento della ricerca da parte del suo curatore.
Molti mi fermano per chiedermi: ma quanti furono quei morti? A conclusione di questo primo step il numero delle persone decedute nel 1943, stando al risultato del nostro Censimento, ammonta a 1.913 persone, vale a dire poco più del 9% dei famosi 20.298 morti che accompagnò l’atto per la concessione della Medaglia d’Oro al Valor Civile. In ogni caso, anche se fossero stati solo 100, sarebbero stati tanti perché vittime sacrificali di una guerra non voluta da loro.
E qui è doveroso ribadire che abbiamo inteso svolgere solo una ricerca storica per dare un nome a quanti perirono, innocentemente, in quella tragedia, e che è stato possibile rintracciare fino ad oggi. Quindi una ricerca sui nomi e non sui numeri, anche perché non sapremo mai – fino a prova contraria – quanti perirono.
Un unico, grande pensiero, va quindi alle migliaia di vittime innocenti e alle loro famiglie, con l’auspicio sincero che tutto ciò non abbia mai più a ripetersi.
A cura di Maurizio De Tullio, Bibliotecario de “La Magna Capitana” e curatore del “Censimento”