1221-2021: Federico II e il senso di una presenza

Nel febbraio del 1221 lo Stupor Mundi faceva il suo ingresso per la prima volta a Foggia

Federico II di Svevia era nato a Jesi, nelle Marche, il 26 dicembre 1194. Figlio dell’imperatore Enrico VI di Svevia e di Costanza d’Altavilla, appartenne alla nobile famiglia degli Hohenstaufen. Egli non fu solo un sovrano, re di Sicilia e imperatore del Sacro Romano Impero, ma una figura poliedrica e dai molteplici interessi. Federico II fu anche un politico, filosofo, letterato, architetto, ambientalista ante litteram, modernizzatore, anticipatore dei tempi e precursore dello Stato moderno inteso come laico. Fu lui a fondare a Napoli la prima università pubblica e statale al mondo, affinché i suoi sudditi per poter studiare non andassero in altre terre e stessero “in conspectu parentum suorum”, cioè vicino ai propri familiari.

È noto a tutti quanto Federico II amasse Foggia e la Capitanata, sia perché vi erano le condizioni ambientali ideali per esercitare la sua passione per la caccia con il falcone – infatti questo territorio era ricco di acquitrini e boschi -, sia per motivi strategico-militari vista la vicinanza al confine del Regno. Ma vi erano anche motivi economici: la Capitanata, infatti, era vicina ai principali tratturi e ciò consentiva il controllo del commercio interno e internazionale garantendo la ricchezza delle casse del Regno.

Tra il 1220 e il 1250, Federico II trascorse nelle nostre zone gran parte del suo tempo, periodo forse coincidente con la parte più felice della sua vita. Fonti storiche contano almeno 35 soggiorni a Foggia.

Con lui Foggia divenne inclita sede imperiale. Qui lo Svevo fece realizzare il suo magnifico Palazzo di cui oggi purtroppo ci restano solo un pregevole arco e una epigrafe, per cui fu annoverata tra le tre Capitali del Regno con Napoli e Palermo, espressione del suo modello di corte itinerante e non stanziale. Tale modello fu ripreso anche dai suoi successori, i figli Manfredi e Corrado IV.

Arco del Palazzo Imperiale di Federico II a Foggia, foto tratta dal nostro archivio fotografico

Lo storico tedesco Ernst Kantorowicz descriveva il Palazzo come “ricco di statue, colonne di marmo verde antico, con leoni e fontane pure di marmo, dove si svolgevano leggendarie e fragorose feste”. Con la costruzione del Palazzo, Foggia divenne non solo la Capitale del Regno ma anche importante e vivace centro culturale.

Tanti sono gli avvenimenti che legano lo Svevo a Foggia e alla Capitanata, tra cui la sua morte. L’imperatore Svevo morì il 13 dicembre 1250 a Castelfiorentino, borgo fortificato divenuto poi una domus solaciorum, cioè un palazzo destinato allo svago dell’imperatore, ubicato tra Lucera e Torremaggiore, nome che ricordava un fiore; dettaglio non casuale, questo, poiché leggenda vuole che un indovino di corte, infatti, gli predisse che sarebbe morto in un luogo il cui nome avrebbe ricordato un fiore. Per sua volontà il cuore fu conservato in un’urna nella Cattedrale di Foggia, a testimonianza del suo amore per la città, e il corpo seppellito a Palermo.

In conclusione possiamo affermare che con Federico II Foggia e la Capitanata conobbero una stagione formidabile, forse irripetibile, mentre nei secoli successivi con gli Angioini e gli Aragonesi presero il sopravvento il deserto e l’immobilismo.

1221-2021: Frederick II and the sense of a presence

In February 1221, the Stupor Mundi made its entrance for the first time in Foggia.

Frederick II of Swabia was born in Jesi, in the Marche region, on December 26, 1194. Son of Emperor Henry VI of Swabia and Constance of Altavilla, he belonged to the noble family of the Hohenstaufen. He was not only a sovereign, king of Sicily and emperor of the Holy Roman Empire. He was also a multifaceted figure with multiple interests. Frederick II was also a politician, philosopher, man of letters, architect, ante litteram environmentalist, modernizer. He was even a forerunner of his times and precursor of the modern state as a layman. It was he, who founded the first public and State University in Naples and in the world even. This was beneficial for his subjects. In order to study, they did not go to other lands. They could be “in conspectu parentum suorum”, that is close to their families.

Everyone knows how much Frederick II loved Foggia and the Capitanata. Both had the ideal environmental conditions to exercise his passion for falcon hunting. In fact, this area was rich in marshes and woods. Due to strategic-military reasons, given the proximity to the border of the Kingdom. But there were also economic reasons: the Capitanata, in fact, was close to the main paths and this allowed the control of internal and international trade and guaranteed the wealth of the Kingdom’s coffers.

Between 1220 and 1250, Frederick II spent most of his time in our area. A period perhaps coinciding with the happiest part of his life. Historical sources count at least 35 stays in Foggia.

With him, Foggia became an imperial seat. Here the Swabian had his magnificent palace built. A palace which today unfortunately has only a valuable arch and an epigraph remain. It was counted among the three capitals of the Kingdom with Naples and Palermo, expression of his model of an itinerant and non-permanent court. This model was also taken up by his successors, his sons Manfredi and Corrado IV.

Arch of the Imperial Palace of Frederick II in Foggia, photo taken from our photographic archive.

The German historian Ernst Kantorowicz described the Palace as “full of statues, columns of ancient green marble, with lions and fountains of pure marble, where legendary and thunderous parties were held”. With the construction of the palace, Foggia became not only the capital of the kingdom, but also an important and lively cultural center.

There are many events that link the Swabian to Foggia and to the Capitanata, including his death. The Swabian emperor died on 13 December 1250 in Castelfiorentino. It was a fortified village which later became a domus solaciorum. This was a palace intended for the entertainment of the emperor, included between Lucera and Torremaggiore. Its name recalled a flower. This is not a casual detail, since legend has it, that a court soothsayer, in fact, predicted that he would die in a place whose name would have reminded him of a flower. By his will, his heart was kept in an urn in the Cathedral of Foggia, testifying to his love for the city, and his body buried in Palermo.

In conclusion, we can affirm that with Frederick II, Foggia and the Capitanata experienced a formidable, perhaps unrepeatable season, while in the following centuries with the Angevins and the Aragonese the desert and immobility took over.

Vito Cristino

Local history expert. Among my favorite readings are texts on law and economics. My stylistic code is precision.

Traduzione in lingua inglese a cura di Dario D’Andrea, studente dell’Università di Macerata e tirocinante presso la biblioteca

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Cultore di storia locale.

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