Nella storia della musica molti musicisti hanno scritto opere di carattere sacro, per accompagnare i momenti forti dei periodi cruciali del cammino cristiano.
Procediamo quindi per la seconda Domenica di Quaresima, (vedi articolo SONORITA’ DELLA QUARESIMA), dove siamo nei quaranta giorni di “Deserto interiore”, e i compositori hanno scritto musica sia per questo periodo che precede la Pasqua e sia per contemplare il “Silenzio Mistico”e la “Beata Solitudo”, stato di coscienza necessario per entrare in contatto con se stessi e ritrovare un dialogo eloquente verticale che dona distacco emotivo e lucidità di sentimento, capaci di accompagnare le metamorfosi interiori verso un nuovo equilibrio nel rapporto col mondo.
J.S. Bach ( 1685-1750) operava in età matura, come maestro di cappella, nella chiesa di San Tommaso a Lipsia, e tra i suoi compiti doveva scrivere una cantata a settimana che accompagnava la liturgia Domenicale, e in altre opere teoretiche e speculative come “l’offerta musicale e l’arte della Fuga, ultime opere realizzate dal compositore tedesco, cercava di creare attraverso relazioni matematiche ben precise, una condizione di meditazione trascendentale, in cui l’ascoltatore sperimenta il deserto emotivo, e una nuova consapevolezza intrisa della propria presenza.
Goethe scrisse a proposito di quest’ opera di Bach L’offerta musicale BWV 1079, all’ amico Zelter:
“L’ascolto di questa opera di Bach è come essere nel “Sancta Sanctorum “ del mondo spirituale, un silenzio sacro vi regna. Ci sentiamo molto vicini a quel pensiero cosmico Onnisciente e Onnipotente, il cui più sereno impulso mette i cieli in movimento.”
E’ cio che provava Goethe ascoltando al tramonto della sua vita la musica di Bach scoperta da poco. Egli rese partecipe di questa esperienza il suo amico e consigliere musicale Zelter:
“E’ stato là a Berca che nella calma più perfetta dell’anima e nall’assenza di ogni distrazione esteriore mi resi conto di cosa potesse essere il pensiero musicale del grande maestro. Mi dissi : sembra che l’armonia Eterna si intrattenga con se stessa, come sarebbe potuto succedere nel senno di Dio poco prima della creazione del mondo. Così qualcosa si commosse in me, e mi sembrava di non avere né udito, né soprattutto vista, né alcun altro senso, (esperienza mistica), non ne sentivo più necessità.
(da una lettera del 21 Giugno 1827).
Questa intuizione musicale descrive il silenzio come un periodo di crescita interiore, che affonda le radici nel mondo dell’essenza dell’ESSERE.
Pier Paolo Pasolini, profondo conoscitore della musica di Bach, accompagna le scene di alcuni suoi film con la musica del compositore tedesco, e l’inizio dell’opera “Offerta musicale” basata su un tema iniziale essenziale che viene riempito pian piano con tante variazioni, come una” LECTIO DIVINA”, in cui con una parola o una frase “Peroratio”, contenente un concetto denso e austero, viene ripetuto come Giaculatorie, al fine di imprimerlo nell’anima e portarlo come impulso vivente nel nostro essere.
Nel Film il vangelo secondo Matteo nella scena del deserto, del silenzio e delle tentazioni, Pasolini ricama l’esperienza del Cristo, con la musica dell’opera suddetta, trascritta per orchestra da Anton Webern, (1883 – 1945), nel 1935, e risulta più colorata per via degli strumenti musicali vari che ha impiegato, e quindi meno efficace da un punto di vista filologico, dove la mancanza di colori e quindi bellezza emotiva, ricalca la essenzialità del deserto e delle tentazioni di cui parla il vangelo.
Ascoltiamo le due versioni prima quella filologica e poi quella orchestrata Webern.
Il Tema è anche chiamato “Ricercare” per via della sua ripetizione, al fine trovare se stesso L’ASCOLTATORE.
https://www.youtube.com/watch?v=uSQCclchJIE
Versione filologica.
https://www.youtube.com/watch?v=Lv5A1gy2oys 3
Scena del film in cui c’è il “Ricercare, Offerta musicale”:
https://www.youtube.com/watch?v=buf608tZlk8
Vissuta meditativamente questa musica come per Goethe, ci conduce verso una coscienza superiore, acquisendo la capacità di contemplazione spirituale necessaria per il nostro equilibrio interiore. Chi si dedica all’ascolto meditativo della musica, troverà una guida e assistenza sulla quale si può fare non meno affidamento paragonabile a Virgilio e Beatrice, incontrate da Dante attraverso l’ Inferno, il purgatorio e il paradiso, dove la musica è un’ espressione sonora di diverse regioni spirituali, risonanza terrena di quella musica fisicamente inudibile “Armonia delle Sfere” sulla quale poggia la natura dell’Essere.
Versione completa
Marco Maria Lacasella