Immaginate una tazzina con dentro due candeline: 1+1. Sono undici (quasi dodici, ormai) gli anni trascorsi dal 16 aprile 2013, il giorno in cui Lucia Annibali venne aggredita sulla soglia di casa, a Pesaro, da due sicari assoldati dall’ex fidanzato.
Le gettarono l’acido sul viso e cambiarono per sempre il corso della sua vita.
La storia
È uno dei tanti aneddoti del nuovo libro di questa donna che ha saputo trasformare il dolore privato in impegno pubblico.
Il futuro mi aspetta (Feltrinelli, 2024) è il titolo scelto probabilmente dall’autrice stessa, che al momento dell’aggressione esercitava la professione di avvocato.
Immaginatevi una donna che spegne quelle candeline, esprime un desiderio, coltiva ancora la speranza, nonostante la sofferenza fisica e psicologica attraversata.
È l’anniversario di uno dei peggiori atti di violenza, che punta a cancellare l’identità della vittima. Eppure, Lucia soffia su quelle candeline e ha fiducia nel domani, perché sa che scegliere la via del ritiro sociale non sarebbe una soluzione. Non lo sarebbe per sé e neppure per gli altri.
E allora gira l’Italia in lungo e in largo, incontra studenti, va nelle carceri: la sua esperienza diventa terreno di crescita collettiva.
A colpirmi in questa testimonianza, scritta insieme a Daniela Palumbo, giornalista e autrice impegnata e sensibile, è proprio la capacità di superare i confini della propria biografia e di andare verso la comunità.
Perdonare la vita
“[.] Credo che la cosa veramente importante per me sia stato perdonare la vita. Forse perché sono stata a un passo dal perderla, la vita è la cosa più grande per me. E quando ho perdonato la vita per le ferite che mi ha lasciato, sono riuscita ad accoglierla e a dare un senso a ciò che, dopo quella sera, ho deciso di fare. Una nuova esistenza, in fondo, dove la mia condizione di umanità ha chiuso le porte al male e ha aperto quelle della speranza”.
Questo libro dovrebbero leggerlo tutti, le donne e gli uomini, i ragazzi e le ragazze, perché interroga ognuno di noi, in un modo però che resta sempre accogliente, mai giudicante.
Relazioni tossiche
Perché si resta in una relazione tossica? perché è facile cadere nella trappola e non riuscire a scappare anche quando sarebbe possibile farlo?
Esiste una violenza manifesta e un’altra più sotterranea e subdola, che mina la fiducia, isola la vittima, la soggioga psicologicamente.
C’è poi il discorso del disinvestimento affettivo che rimette in discussione le scelte fin lì fatte, il dover ammettere l’errore di valutazione. Non è facile, perché la distorsione cognitiva e affettiva è sempre dietro l’angolo e può riguardare tutti. Nessuna e nessuno escluso.
Per tacere, poi, dell’aberrante fenomeno noto come processo di vittimizzazione della vittima, il pensiero che inizia a serpeggiare nell’opinione pubblica e attribuisce colpe a chi il danno lo ha subito. Insomma, non se la sarà forse cercata? È la frase subdola che serpeggia tra il detto e il non-detto.
Allora, bisogna parlarne in ogni occasione e contesto, confrontarsi, mettendo in dialogo anche autori di reati e vittime, come fa “Ristretti orizzonti”, il giornale della Casa di Reclusione di Padova e dell’Istituto di Pena Femminile della Giudecca, con cui Lucia collabora.
Ascoltarsi e ascoltare
Lucia Annibali ha avuto la forza non soltanto di reagire sul piano personale, di sottoporsi a molti interventi chirurgici, con tutto il dolore che hanno comportato. Ha avuto la forza di seguire i processi fino al terzo grado di giudizio e alla condanna dei suoi aguzzini. Ha il coraggio di ripercorrere ogni volta la sua storia per offrirla agli altri perché non accada mai più. E ha avuto la forza di ascoltarsi, di cambiare lavoro e città, di accettare nuove sfide professionali che le hanno consentito e le consentono tuttora di incidere attivamente e politicamente.
Nel 2014, a poco meno di un anno dall’aggressione, l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito. Nello stesso anno ha pubblicato, con Giusi Fasano, Io ci sono (Rizzoli), da cui è stato tratto un film andato in onda su Rai 1. Da allora non si è mai fermata: è stata deputata della XVII legislatura. Attualmente è Difensora Civica della Regione Toscana. Porta la sua firma il reddito di libertà, uno strumento economico che consente alle donne di affrancarsi da mariti e compagni violenti,.
Scegliere di rinascere
Sulla copertina del libro – poco più di 150 pagine intense e sincere, corredate da foto di vita quotidiana che contribuiscono a creare un’atmosfera dolce nonostante la brutalità del tema trattato – con discrezione, in basso a sinistra, è riportato un virgolettato: “Ho scelto di rinascere”.
A noi bibliotecari, spesso, nel lavoro quotidiano capita di imbatterci in coincidenze che sembrano un po’ magiche, quelle che Jung definiva sincronicità.
Lucia Annibali, infatti, terrà a battesimo una mini-rassegna letteraria proprio dal titolo Rinascere insieme, che rientra nella più ampia manifestazione Fuori gli Autori, organizzata dalla Biblioteca “la Magna Capitana” di Foggia e dalla libreria Ubik.
Vogliamo presentare storie di persone che sono partire da una situazione di svantaggio personale e hanno saputo trasformarla in un’opportunità di cambiamento collettivo. Persone che si impegnano per avviare un dibattito pubblico. Penso a Teresa Manes, la mamma di Andrea Spezzacatena, il ragazzo dai pantaloni rosa. Ha subito il peggiore dei dolori: il figlio ha rinunciato alla vita perché vittima di bullismo e cyberbullismo. Teresa ha scritto un libro sulla storia di Andrea, da quel libro è stato tratto un film che tantissimi adolescenti hanno guardato piangendo. Teresa gira nelle scuole e parla dei pericoli del bullismo, perché non si ripeta mai più quello che è successo al suo Andrea.
La mini-rassegna Rinascere insieme
Cominciamo questa rassegna proprio con Il futuro mi aspetta giovedì 13 febbraio 2025, alle ore 18.00, nella Sala del Tribunale di Palazzo Dogana. Intervisterà Lucia Annibali la psicoterapeuta Daniela Cataudella, volontaria anche di Impegno Donna, associazione partner dell’evento.
La rassegna Rinascere insieme proseguirà il 28 febbraio con Violetta Bellocchio, autrice del libro Electra, Il Saggiatore 2024. In data da definire, invece, la presentazione del terzo libro, il saggio dal titolo Non tutto è come appare. Contro la cultura della manipolazione di Simona Ruffino, Apogeo, in uscita nei prossimi giorni.
Questa rassegna è organizzata anche in collaborazione con l’Associazione Presidi del Libro e con il Presidio del Libro di Foggia RivoltaPagina, che ha inserito la mini-rassegna Rinascere insieme nel progetto tematico annuale.
La postura dell’animo
La parola del libro di Lucia Annibali che vorrei fare mia e portare sempre con me è: postura. Non è facile mantenere la schiena dritta quando un dramma personale ti schiaccia. Nessuno dovrebbe sentirsi giudicato se cede sotto il peso di tanto dolore. Però, queste storie ci mostrano che è possibile scegliere “una postura dell’animo” per provare ad andare insieme verso il futuro, che pure ci aspetta:
“Nonostante le difficoltà, non ho disimparato a guardare alla bellezza umana. Ad aspettarmi gioia. Se avessi perso questa postura dell’animo, allora tutto sarebbe irreparabile. Come guardiamo è importante […] Noi guardiamo il mondo secondo i nostri schemi, le nostre paure, la nostra misura, ma dobbiamo essere capaci di scoprire che possiamo sbagliare. E rallegrarcene, in fondo. E quindi penso che, nonostante il dolore, la fatica, le difficoltà, sono una donna fortunata”.
Solo con questa postura dell’animo, allora, sarà possibile soffiare su quelle candeline che celebrano l’anniversario della caduta, ma anche quello della rinascita insieme.
Subito dopo l’incontro di giovedì 13 febbraio, il libro “Il futuro mi aspetta” sarà disponibile al prestito al Museo di Storia Naturale di Foggia. A breve, disponibili al prestito anche altri libri che raccontano storie di rinascita da un dolore privato verso un impegno collettivo.