Amarsi dentro l’Arca di Noè

Un “tempo gentile” il “tempo speciale” che un gruppo di donne di un paesino sardo vivrà ignorando il “tempo normale”.

Un tempo gentile quello dell’incontro, della conoscenza, scoperta e scambio.

Un tempo in cui si confrontano culture, solitudini, delusioni, angosce e storie.

Un gruppo di “vecchieggianti” queste donne “antigori ‘e nannai” (Devota, Pidocchio, le Dame, il coro narrante) che spinte dalla curiosità e dalla voglia di fare quattro chiacchiere ci faranno conoscere gli “invasori” “sciadaus”: Saida e Said Amal (lei dolcissima, lui burbero), Naima “la nera dalla pelle di velluto nero-blu”, “i neri musoni”, Mahmoud “il bambino più antipatico del mondo”, Tessy, Asad … e poi Robin il volontario “con la bocca storta”, padre Efix con “la testa piena di vento, altro che di religione!”, l’Ingegnere (less is more!) e il Professore, Ziuccia, il volontario del porno-shop…


…”non siete appassionati di calcio?” “Funt tottus strangius””Vorremmo almeno sentire qualche cognome dei nostri in serie A… Puddu, Marrosu, Mereu, Pillosu … invece di  Rossi, Bianchi…”


… e così tra chiacchiere, pettegolezzi e mormorando“frastimus”, tra un falafel e una galletta di Lina, dissodando la terra del poderetto o neighbourhood garden, ristrutturando edifici “offesi”, sognando l’amore, si parla di Gesù e Allah, di emigrazione e immigrazione, di amore gay, di Priamo e Achille, del mondo in guerra, di Riemann e della sua teoria, del Colonialismo, di povertà materiale e povertà spirituale.

“Che motivo avevano di esistere? Ma anche noi, in fondo, che motivo avevamo di esistere, ridotti come eravamo ridotti?”


Un racconto lieve, con tanti spunti di riflessione, che regala momenti unici di ilarità e grande tenerezza.

Raffaella Delli Carri

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