Brucia l’origine, il nuovo romanzo di Daniele Mencarelli

Foto per presentare Brucia l'origine di Daniele Mencarelli. Acquedotti romani sullo sfondo e figure stilizzate di amici con un ragazzo in disparte

Sentire di appartenere a qualcosa, ad un pezzo di vita, alle radici comuni, al porto sicuro a cui “sempre tornare”.

Brucia l’origine è il nuovo romanzo di Daniele Mencarelli, Mondadori, 2024.

La storia

Gabriele è il protagonista di questa storia. Partito dal quartiere Tuscolano di Roma, figlio di un meccanico e di una casalinga, si è fatto strada come designer a Milano.

È tra i dieci professionisti emergenti più quotati al mondo.

Lavora nell’azienda di Franco Zardi, punto di riferimento internazionale del settore. La figlia del capo è la sua fidanzata, Camilla.

La ama moltissimo, ma sa che il loro passato non ha nulla in comune: esperienze diverse, amici diversi, vite distanti.

La chiamavano Milano da bere negli anni Ottanta. In realtà, non sembra molto cambiata: è un mondo al quale Gabriele si è abituato, senza essersi mai sentito parte viva e attiva.

Torna a Roma dopo otto anni di assenza, per festeggiare l’anniversario di matrimonio dei genitori.

Dentro le pagine

I legami familiari sono il punto forte di questo autore, che abbiamo imparato a conoscere con la sua trilogia autobiografica. Pubblicata in senso anticronologico, la trilogia si compone dei titoli: La casa degli sguardi, Tutto chiede salvezza (con la trasposizione in serie Tv), Sempre tornare. Da non perdere anche Fame d’aria, il romanzo dedicato all’autismo a bassissimo funzionamento. In tutti i suoi lavori, la letteratura è un gesto di testimonianza. Anche in quest’ultimo romanzo.

Voce autentica, senza sconti, racconta come i grandi sentimenti possano trasformarsi nel loro contrario. Amore e insofferenza coesistono, perché l’equilibrio è sempre un “miracolo”, come cantava Patrizia Laquidara.

Anche in questa nuova prova letteraria tornano l’unità di tempo e di spazio, che l’autore predilige perché esalta la narrazione drammaturgica.

Gabriele torna e ritrova gli amici di sempre, quelli con cui è cresciuto, tra una puntata al bar e una partita a calcetto.

La sensazione di estraneità lascia il posto via via ad un linguaggio ritrovato, al calore dei gesti noti e dei passi già tracciati. Resta però l’inappartenenza:

“Il problema è che non so’ più come voi, ma non sarò mai come loro”.

C’è un essere tutti per uno, uno per tutti, senza sbavature e forzature, che riporta alle atmosfera della stanza di Tutto chiede salvezza. Nessuna replica, assolutamente. Solo una fratellanza che, forse, è l’antidoto al comune sentire e soffrire di tutti gli uomini e di tutte le donne sotto il cielo.

C’è anche il rapporto fra Gabriele e la sorella: un segreto da condividere e il legame che si rafforza quando l’uno riconosce il dolore dell’altra.

Nessuno come Mencarelli sa raccontare la nostalgia procurata dall’impossibilità del ritorno.

Temi e personaggi

Il ritorno alle occasioni perdute, al tempo d’oro dell’infanzia che ancora non conosce la condanna della separazione, dei lutti inevitabili. Il ritorno al Parco degli acquedotti, in cui ogni acquedotto scandisce la narrazione, ma potrebbe essere qualunque “porto sepolto” della nostra storia.

“Mentre è stretto agli altri, Gabriele sprofonda nella mancanza di qualcosa che non sa nominare. Amicizia. O fratellanza. Oppure, comunione, piena, sincera. Una gioia condivisa senza traccia di falsità. Come quella che lo sta riempiendo in questo momento”.

Il personaggio che più ho amato in questa storia è Francesco Abate, perché ha mancato l’occasione ed è rimasto lì. Si è congelato in un rimpianto trasformato in depressione. Ma resiste, prova ad andare ancora.

Fa capolino anche la poesia, come sempre nei libri di questo scrittore che nasce poeta e continua a pubblicare versi. L’ultima raccolta è Degli amanti non degli eroi, sempre per Mondadori, collana Lo specchio, uscito lo scoro anno, che vi invitiamo a recuperare.

Se Giorgio Caproni si affacciava con i suoi versi in Tutto chiede salvezza, in Brucia l’origine è Gozzano che viene citato da Franco Zardi:

“Buone cose di pessimo gusto”.

È un libro che ci rimette in contatto con i nostri interrogativi più profondi sull’identità, sul sé attuale e su quello ideale. Cosa siamo stati, cosa siamo e cosa vogliamo diventare.

Brucia l’origine arriverà presto al Museo di Storia Naturale. Intanto, nello scaffale poetico potete trovare – già disponibile al prestito – l’ultima raccolta di poesie di Daniele Mencarelli, Degli amanti non degli eroi.

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Viaggiatrice di poltrona con i libri, in camper senza. Perdo sempre gli occhiali, raramente la pazienza.

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