E l’albero fu felice…

Una storia d’amore e dedizione

L’albero, di Shel Silverstein, Salani, 2014.

Questa è una storia di amicizia, d’amore e fedeltà eterna. Questo è il racconto di un albero che s’innamora di un bambino e di un bambino che vuole così tanto bene al suo albero da trascorrere con lui tutti i momenti più preziosi di ogni sua giornata.

Insieme all’albero, il piccolino può giocare, può dondolarsi tra i rami, arrampicarsi sul tronco come una scimmietta senza neanche le scarpe, può raccogliere una mela e mangiarla e, quando è stanco, può riposare all’ombra. L’albero è felice, è felice di offrire tutto quello che ha, e così far contento il suo amico bambino.

Questa è una storia di devozione assoluta, di un amore asimmetrico, dei bisogni che cambiano, di un bambino che cresce. Di egoismo ed altruismo, di voracità e bontà d’animo.

Quando l’ex bambino diventa un ragazzo, non ha più voglia di giocare coi rami a far l’altalena, di arrampicarsi sul tronco; ora desidera altro, ha bisogno di soldi per comprare quelle cose che piacciono molto ai grandi. L’albero non possiede soldi, ma offre al ragazzo tutte le mele che ha, così il ragazzo potrà vederle e, con i soldi che ne ricava, comprarsi quello che gli pare. E l’albero è felice, di nuovo… perché pur privandosi dei suoi frutti ha accontentato il suo amico del cuore.

Passa molto tempo. Il ragazzo non va più a trovare l’albero. Si farà vedere solo molto tempo più tardi, quando è ormai un uomo. L’albero è così felice di rivederlo, lo chiama ancora “ragazzo” come i vecchi bei tempi nei quali trascorrevano tante ore insieme; lo invita a giocare come se non fosse trascorso neanche un giorno, a dondolarsi tra i rami, a riposare alla sua ombra. Ma cosa se ne fa un adulto della bellezza, della ricchezza di un albero? L’uomo adesso vuole una casa…

L’albero non ha certo una casa da regalargli, ma può offrire tutti i suoi rami così che l’uomo, con quelli, possa costruire la dimora che desidera. Ed è felice, da capo, perché ancora una volta ha potuto dar al suo amico ciò che voleva.

Passa tanto, tantissimo tempo, l’albero è sempre solo, senza rami, senza più fronde, senza i suoi frutti. Ed ecco il “ragazzo” tornare di nuovo a lui. Non è più un bambino, non è un ragazzo, non è un giovane uomo, adesso è anziano. L’albero, col cuore gonfio di gioia, lo invita a restare un po’ con lui. Ma l’uomo anziano è stanco, non ha denti per mangiare le mele, non ha forza nel corpo per giocare, desidera sola una cosa: una barca, perché possa andare via lontano. L’albero è così spoglio e non ha granché da offrire, ha però ancora un bel tronco robusto: Prendilo! Cosi potrai costruire la tua barca. E così l’uomo anziano taglia l’albero alla base per far con quella legna ciò che gli serve. E l’albero – quel che di un albero resta – è felice, perché sa di aver reso felice quel “bambino” che ama.

Dopo molto, troppo tempo, il bambino che fu, è oramai un vecchietto. Torna al suo albero, non c’è più niente o quasi. Il vecchio è sfinito, ha solo un gran bisogno di riposare. Questo ceppo può andare bene…  Così gli offre sostegno, ed è felice, felice di aver dato tutto, davvero tutto e fino all’ultimo giorno, al suo amato.

L’albero è un libro per l’infanzia assai apprezzato anche dagli adulti. Poetico ed essenziale, commuove con poche parole e il suo tratto pulito sul fondo bianco. È stato tradotto in molte lingue e venduto in milioni di copie, il messaggio semplice ed efficace del bambino (che prende) in relazione all’albero (che offre) è in ogni paese recepito con immediatezza. Può essere spunto per laboratori e letture ad alta voce, per attività anche individuali, per esempio può essere colorato secondo il gusto e la creatività di ciascuno, per sensibilizzare anche i più piccoli al rispetto reciproco e alla salvaguardia dell’ambiente naturale. Soprattutto, può essere di buon augurio affinché non si perda mai da “grandi”, l’incanto e la purezza che da bambini ci hanno reso persone migliori.

Faggeta vetusta della Foresta Umbra

Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), tra il 1990 e il 2020 sono andati persi 420 milioni di ettari di foresta a causa della deforestazione, si tratta di un’area equivalente a quella dell’Unione Europea. Tra le cause principali della deforestazione globale, troviamo l’agricoltura industriale, lo sviluppo urbano  e lo sfruttamento eccessivo delle risorse legnose, che include anche il disboscamento illegale o non sostenibile.

L’albero è un essere vivente, nasce, cresce, cambia, ha bisogno di cure, è una presenza fondamentale del nostro ambiente. Senza gli alberi la vita sulla Terra sarebbe impossibile. Le specie vegetali forniscono l’ossigeno fondamentale alla nostra esistenza e sono parte essenziale della catena alimentare e di sostentamento per le specie del nostro pianeta. Grazie alla fotosintesi, gli alberi aiutano a combattere il surriscaldamento climatico e contribuiscono a conservare la nostra aria più pulita, in campagna e nelle città. Difendere gli alberi significa difendere il nostro benessere, la nostra salute e la nostre origini.

In questa stagione così vulnerabile e di passaggio che velocemente ci prepara al Natale e ci catapulta tra luci colorate e abeti decorati a festa, non dimentichiamo di trattare con garbo gli alberi tutti, nel loro habitat naturale che è l’unico a loro idoneo. Nella nostra Biblioteca dei Ragazzi abbiamo tanti libri su questi argomenti.

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Pugliese. Quel che più ama: i figli, il blu mare, i colori primari e - a partire da quelli - tutti gli altri, la pagina scritta, la parola che cura, i bambini, danzare, la sua Stromboli.

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