“Il censore e l’editore. Mussolini, i libri, Mondadori”…e il Fondo Pagliara della Biblioteca “La Magna Capitana”.

In questo suo lavoro del 2018, edito dalla Fondazione Mondadori, Giorgio Fabre, storico tra i maggiori esperti italiani in ricerche d’archivio e giornalista culturale, attualmente collabora con il settimanale «Panorama», affronta il tema della censura libraria fascista, che seguì un percorso esitante rispetto al controllo sui giornali, cinema e teatro. L’autore indica, con numerose fonti documentarie, le vicende della censura fascista attraverso la più importante casa editrice italiana, la Mondadori, il cui sistema culturale mostrava un profilo internazionale indigesto per il duce.

Le tre bozze del Fondo Pagliara

Per la realizzazione dell’opera un prezioso contributo è stato dato dalla Biblioteca “La Magna Capitana” di Foggia attraverso il Fondo Pagliara custodito presso i Fondi Speciali, Fondo istituito nei primi anni ottanta grazie ad una donazione della famiglia. Come scrive lo stesso Fabre “nella Biblioteca Provinciale La Magna Capitana di Foggia sono conservate tre edizioni Mondadori davvero uniche”. Si tratta di due libri di  Simenon tradotti dalla Mondadori nel 1938, I Clienti di Avrenos e Il testamento Donadieu che presentano vari segni di matita a margine, il terzo è un altro libro censurato, La Pietra azzurra di John Rhode che però sulla copia non mostra alcun intervento. In tutti e tre i casi si tratta di bozze di stampa inviate per la censura dalla Mondadori al ministero della Cultura popolare. Le sottolineature dell’anonimo censore rendono i pezzi un unicum.

Raffaele Pagliara in un ritratto di Alberto Amorico, sala Fondi Speciali

Ma chi era Raffaele Pagliara? Era un cultore di storia locale, poeta dialettale e bibliofilo, noto a Foggia, sua città natale (1901 – 1980), in quanto venditore di libri usati. Il motivo per cui possedeva queste preziose bozze lo si desume dalla sua carriera. Raffaele Pagliara venne assunto per concorso al ministero della Cultura popolare il 1 novembre 1939, avendo vinto un posto di alunno d’ordine (archivista). Quando la Cultura popolare fu sciolta nel dopoguerra, passò prima ai Servizi spettacolo, informazioni e proprietà intellettuale, e poi all’Ufficio stampa della Presidenza del Consiglio, ricoprendo il ruolo di archivista. Finì la sua carriera presso il ministero dell’Interno per poi tornare a Foggia, ormai in pensione, dove per anni vendetti libri usati. La carriera di Pagliara spiega dunque come queste tre bozze di libri Mondadori gli siano pervenute. Risulta plausibile che Pagliara si rendesse conto che le tre bozze rimaste al ministero avessero un valore poiché erano edizioni vietate e mai uscite.

“THE CENSOR AND THE EDITOR. MUSSOLINI, THE BOOKS AND MONDADORI”… and the Pagliara Fund of the library “La Magna Capitana”

In his work published in 2008 by the Mondadori Foundation, Giorgio Fabre, a cultural journalist and a historian among the best Italian experts of archive research, who is now collaborating with the weekly magazine “Panorama”, addresses the theme of the Fascist book censorship, which followed a more uncertain path than the press, the theater and the cinema censorship. By different documentary sources, the author shows the events of Fascist censorship through the most important Italian publisher, Mondadori, whose cultural system was used to offer an international profile which was not an easy one to accept by the Duce. 

In order to realize the project, the “La Magna Capitana” library in Foggia gave a precious contribution through the Pagliara Fund, which was guarded by the “Special Funds”, which was established by a donation of the Pagliara family, in the early 80s. As Fabre himself writes “in the provincial library La Magna Capitana in Foggia are kept three unique Mondadori editions “. These are two books by Simenon, translated by Mondadori in 1938, “The clients of Avrenos” and “The testament of Donadieu”, which had many pencil marks on the pages margin; and the third one is another censored book “The blue stone” by John Rode, whose copy did not have any marks. These three were printing drafts sent by Mondadori to the Ministry of the Popular Culture because of the censorship. The underlined material of the unidentified censor makes these pieces unique.

But who was Michele Pagliara? He was a connoisseur of local history, a dialectal poet and a bibliophile, well-known in his natal city Foggia (1901-1980) as a seller of used books. Due to his career, one can deduce the reason why he owned these precious drafts. Raffaele Pagliara was hired following a public exam at the Ministry of Popular Culture on 1st November 1939, as he had won as a filing pupil (archivist). When the Ministry was dissolved, during the post war, he worked first at the Entertainment, Information and Intellectual Property Services, then at Press Office of the Council Presidency as an archivist. He ended his career working at the Ministry of Interior, and by now retired, he came back to Foggia, where he sold used book for years. His career explains the reason why he came to have these copies. It is plausible that Pagliara realized that the three drafts kept at the Ministry were valuable, because they were unpublished and forbidden editions.

Traduzione in lingua inglese a cura di Miriam Vitulli, studentessa dell’Università di Macerata, presso il Dipartimento di Studi Umanistici, corso di Lingue, e tirocinante presso la biblioteca.

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Cultore di storia locale. Tra le mie letture preferite testi di diritto ed economia. La mia cifra stilistica è la precisione.

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