Le parole per dirlo

librerie

Tre librerie, settantaquattro libri divisi tra racconti, poesie, graphic novel, testimonianze, testi divulgativi e di crescita personale.

Inaugurate in occasione della Seconda Giornata Nazionale di Sensibilizzazione sul Tumore al Seno Metastatico,  lo scorso 13 ottobre, le tre scaffalature sono a disposizione dei pazienti degli ambulatori di Oncologia, Radioterapia e Chirurgia Senologica del Policlinico.

Donati dall’Associazione Agata di Foggia, per il sostegno delle donne operate al seno, i libri sono stati selezionati dalla Biblioteca “la Magna Capitana”.

Una collaborazione che parte da lontano, quella tra la Biblioteca e l’associazione, che in pieno lockdown, più di due anni fa, hanno avviato il progetto Letture a zig-zag, il ciclo d incontri per leggere insieme e condividere emozioni, esperienze e speranze.

Un appuntamento al mese, online per lungo tempo e poi solo prima dell’estate in presenza, per confrontarsi attorno ad un tema, scelto di volta in volta insieme.

Tra i vari argomenti, abbiamo parlato dell’amore, dell’amicizia, della fratellanza, ma anche della memoria, dei nuovi inizi, della vita che è l’arte dell’incontro e della cura nella sua accezione più ampia: aver cura degli altri, di sé, del mondo che lasceremo alle generazioni future.

Numerose le risorse utilizzate: romanzi, poesie, narrativa disegnata, ma anche spezzoni di film, canzoni, manifesti cinematografici, riviste, quadri, persino oggetti, come è accaduto ad esempio con dei santini di inizio Novecento, collezionati dal suocero di una delle partecipanti.

L’ultimo incontro, in presenza, nella Sala Narrativa della Biblioteca, ha visto una numerosa partecipazione per parlare del viaggio e scambiarsi consigli di lettura sulle vacanze.

Riunioni sempre molto interattive, in cui l’ascolto di una storia offre l’occasione per parlare di sé, per condividere con le altre donne vissuti emotivi, ricordi, sensazioni.

Spazio anche ai giochi letterari, prima dei saluti, in cui ogni partecipante, condivide con le altre la parola che più è rimasta impressa fra le tante lette e narrate nel corso dell’ìincontro.

Ed è stata proprio la parola la protagonista della Seconda Giornata TSM, organizzata dall’Associazione Agata di Foggia, collaborazione con Europa Donna Italia, la Biblioteca di Foggia ‘La Magna Capitana’,  il Presidio del Libro di Foggia – RivoltaPagina, il gruppo di lettura @Gli Spaginati, sotto gli auspici del Centro per il Libro e la Lettura.

Tempo di lettura/Tempo di Cura è il titolo scelto per l’evento mattutino, dedicato all’inaugurazione delle librerie e ad una riflessione sull’umanizzazione delle cure che passa anche attraverso il nutrimento dell’anima.

Massimo Arcangeli, linguista, saggista, docente universitario – ospite d’onore della giornata – ha ricordato nei suoi interventi negli ambulatori che anche le parole hanno bisogno di essere curate, coltivate, difese da una certa omologazione che rischia di far scomparire le sfumature e le coloriture semantiche.

Ci sono parole da adottare per farle risuonare nel modo giusto, quando si rende necessario.

Un discorso che ha approfondito nel pomeriggio, nell’Auditorium della Biblioteca, nel corso del convegno Curare le parole/Curare con le parole.

Molto interattivo con il numeroso pubblico , il professor Arcangeli si è soffermato sulle parole fretta e premura, la seconda capace di rallentare l’ansia della prima.

Come sempre utilizza lo storytelling per raccontare una vicenda:

“Quando abbiamo lanciato il progetto di adottare una parola per prendercene cura, appunto, una signora ha suggerito di adottare premura”, ha spiegato Arcangeli. “Poi, in realtà, ha raccontato che una volta era in attesa ad una fontanella di acqua pubblica del suo paese. Aveva da riempire una tanica ampia, mentre la signora dietro di lei aveva con sé solo un piccolo recipiente. Allora la prima voleva far passare avanti la seconda, ma quest’ultima le disse: Non si preoccupi, signora, non ho premura”.

Premura al posto di fretta, sembrava avere già nella parola stessa il potere di rallentare, di preferire il tempo lento al tempo accelerato.

Allo stesso modo, Arcangeli ha proposto al pubblico in Auditorium di riflettere sulla differenza tra rimproverare e redarguire e tra conflitto, guerra e lite.  

“Non si tratta di parole equivalenti: la guerra è più estensiva, il conflitto si autoalimenta in un arco di tempo ampio, la lite si consuma in un momento circoscritto. Se ci alleniamo a cogliere le sfumature, nutriamo il mondo e noi stessi” ha concluso Arcangeli.

L’invito del professore è stato anche quello di giocare con la lingua consapevolmente, di non tirarsi indietro quando la lingua preme, esige trasformazioni e termini nuovi.

“È accaduto per petaloso, nato dalla creatività di un bambino e dall’apertura mentale della sua maestra, che ha sottoposto questa invenzione linguista all’Accademia della Crusca”.

“Può accadere anche, perché no, con la verboterapia, che potrebbe essere un neolinguismo capace di colmare un vuoto linguistico. In questo modo potremmo descrivere al meglio il potere curativo della parola in sé, non soltanto della narrazione, che è efficacemente rappresentata dalla Biblioterapia”.

Ha parlato invece della Talking cure (la cura con le parole) il Neuropsichiatra e Psicoterapeuta Angelo Graziano, Presidente dell’Associazione di Promozione Interculturale delle Neuroscienze As.P.I.N., con cui la Biblioteca ha promosso un lungo percorso di Biblioterapia sulle sei emozioni primarie.

Un viaggio indietro nel tempo della psicologia, per partire dalla fine dell’Ottocento, con la nascente psicoanalisi di Freud, quando la parola viene riconosciuta come strumento scientifico in grado di curare le malattie psichiche.

“In realtà – ha spiegato il dottor Graziano – il termine Talking Cure non fu coniato da Freud, ma da quella che potrebbe essere considerata la paziente numero zero della psicoterapia, Berta Pappenheim, più conosciuta con il suo nome letterario di Anna O”.

Il rapido viaggio nella storia delle parole che curano ha fatto tappa alla Scuola della Salpêtrière di Charcot, che curava l’isteria con l’ipnosi, fino ad arrivare a parlare di transfert e controtransfert, con riferimenti anche alle, e quindi alle implicazioni del sistema limbico nell’elaborazione del vissuto emozionale, attivato anche dalle narrazioni.

Non solo parola parlata, dunque, ma anche parola ascoltata, parola letta e parola scritta, tutte affrontate dal punto di vista delle implicazioni nella psicologia dinamica e nelle attivazioni neuronali.

E proprio la parola è stata la vera protagonista della giornata, in mattina attraverso le letture negli ambulatori a cura di Agata e della Biblioteca.

Nel pomeriggio, invece, è stato l’attore Giuseppe Rascio (Teatro dei Limoni) a regalare al pubblico un’intensa e commovente lettura recitata in apertura e in chiusura dei lavori.

A moderare il convegno del pomeriggio, Alessio Tortorella, Presidente del Presidio del Libro di Foggia RivoltaPagina, che ha inserito questo evento nell’ambito del programma tematico annuale del Presidio dal titolo Homo Sapiens?

Qui di seguito il link alla lista con i suggerimenti di lettura per approfondire il tema trattato.

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Viaggiatrice di poltrona con i libri, in camper senza. Perdo sempre gli occhiali, raramente la pazienza.

2 Commenti

  1. Angelo Graziano
    18 Ottobre 2022

    Mai visto un Blog pubblico così attivo e ben fatto : complimenti ! Nel leggere mi è sembrato di rivivere il Convegno sulla parola

    Rispondi
    1. Mara Mundi
      24 Novembre 2022

      Grazie mille dr. Graziano da parte dell’intera redazione della Biblioteca “la Magna Capitana” di Foggia.

      Rispondi

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