Se sei intrappolato in una situazione impossibile, in un posto sgradevole, e qualcuno ti offre una via di fuga temporanea, perché non dovresti prenderla? I libri fanno questo: aprono una porta, mostrano la luce (Neil Gaiman)
Fosse solo “per una fuga temporanea”, quando il bisogno di evadere dalla vita quotidiana diventa incontenibile, almeno una volta bisognerebbe provare a leggere un libro fantasy e immergersi in letture caratterizzate da ambientazioni fantastiche in cui confluiscono elementi delle fiabe di magia, delle saghe e mitologie nordiche e della letteratura anglosassone medievale.
Perchè? Perché abbiamo bisogno di sognare, di creare altri mondi in cui entrare in contatto con la parte più nascosta del nostro essere.
Leggere fantasy per provare a superare pregiudizi estetici, per provare a stravolgere abitudini di lettura, per andare oltre ciò che si conosce e ci è più familiare, per aprirsi a nuove esperienze.
Scoprire mondi interi, sognare città fantastiche e luoghi fatati, trasformarci in questo o quel personaggio, può rendere la lettura un’esperienza davvero coinvolgente e riempire gli occhi del lettore di meraviglie.
Contro il pensiero comune la narrativa di “invenzione” permette di trovare nuovi strumenti e schemi mentali per migliorare il proprio tempo e il proprio luogo, perché fantasticare di altri mondi immaginari sprona a cambiare il proprio.
Come affermano i critici appassionati del genere, in tutta la letteratura fantasy c’è un’ acuta ricognizione delle forze del bene e del male, un senso di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ma anche la potente tendenza ad agire. Può anche essere che nel conflitto interiore di un personaggio, che deve scegliere tra il bene e il male la distinzione sia confusa. Spesso, egli non può sapere con sicurezza se la sua azione è giusta finché non agisce. Deve agire per vedere con chiarezza.
Nel fantasy le atmosfere sono complesse e ricche di colpi di scena. I personaggi sono il prodotto di una fantasia liberatoria che permette di costruire rappresentazioni del bene, del male, dell’amore, dell’odio, dell’ingenuità e dell’astuzia sotto forma di elfi, orchi, hobbit, nani, folletti, maghi e stregoni.
La trama è ricca di intrecci e il protagonista è impegnato non solo a superare ostacoli esterni ma anche a condurre una lotta interiore estenuante per non soccombere alle lusinghe delle forze oscure.
Grazie ai grandi successi cinematografici e televisivi – Il Signore degli Anelli, Harry Potter, Il trono di spade – e all’enorme numero di copie vendute dei romanzi da cui sono tratti, il fantasy è diventato fenomeno di massa travalicando i limiti della letteratura di genere e entrando nell’immaginario collettivo. Da qui l’interesse del mercato editoriale per tali opere e la continua richiesta di nuovi titoli.
Intere collane dedicate a saghe e cicli pubblicano dilogie e trilogie a ritmo serrato.
A chi si lascia scoraggiare dall’elevato numero di pagine e ne obietta la prolissità rispondiamo con una riflessione!
Provate ad immaginare cosa succederebbe se nella storia che state leggendo ci fossero termini, nozioni, luoghi, creature fantastiche, costumi che non vengono spiegati o descritti neanche in minima parte.
Lo scrittore ha un obbligo nei confronti del lettore: rendere la storia credibile e comprensibile. Se tralascia di parlare di creature che ha inventato, di tradizioni che ha introdotto, di elementi che il lettore ignora, che non esistono nella nostra realtà, ha tolto dalla sua storia ciò che era fondamentale inserire. Le descrizioni creano l’atmosfera e servono al lettore per realizzare nella sua mente il mondo proposto.
Anche i romanzi storici tendono ad avere molte descrizioni perché si sta parlando di un mondo che non c’è più. Sia la realtà immaginaria che la realtà storica hanno bisogno di creare immagini nel lettore. Stanno mostrando un mondo che di fatto non esiste.
I volumi successivi al primo approfondiscono e sviluppano trame, fanno crescere personaggi e ne aggiungono di nuovi, gettano nuova luce su quello che il lettore crede di aver già capito.
E se non vi abbiamo ancora convinto, ricordiamo agli scettici più intransigenti che nel vasto panorama letterario fantasy esistono anche volumi unici!
Francesca Capone