Molto spesso chi legge libri è interessato a conoscere meglio la storia personale dell’autore. Ma ciò è utile per apprezzare meglio le sue opere?
Per esempio, sarebbero piaciute meno le straordinarie avventure di Emilio Salgari, ambientate in tutti gli angoli della Terra, sapendo che lui non si era mai mosso dall’Italia? O ha ragione lo scrittore russo Veniamin Kaverin quando dice “Un’attenta lettura delle opere di uno scrittore fa capire molto di più la sua personalità che la conoscenza della sua biografia, perché in quest’ultima si riflette quel che egli ha in comune con il resto dell’umanità, nelle sue opere invece quello che ha di diverso.”
Io appartengo alla categoria di coloro che non sa resistere alla curiosità di conoscere alcuni aspetti della vita dell’autore.
E’ per questo motivo che dovendo preparare la bibliografia di Leonardo Sciascia (https://www.lamagnacapitana.it/SebinaOpac/list/leonardo-sciascia/377680664749) in occasione del centenario della sua nascita che ricorrerà l’8 gennaio, sono andato alla ricerca di notizie biografiche e ho scoperto l’esistenza di questo sito https://www.amicisciascia.it/leonardo-sciascia/sciascia-su-sciascia.html in cui sono raccolte citazioni tratte dai suoi libri, interviste, articoli utili per delineare un quadro, sia pur parziale, della personalità dello scrittore.
Un titolo mi ha colpito in modo particolare: La scomparsa di Majorana.
E’ uno di quei libri che non smetteresti mai di rileggere e che continui a sfogliare ritornando su brani che inevitabilmente restano impressi nella memoria. Come quando, vi sarà capitato, appena usciti dal cinema riguardate il manifesto del film.
Ettore Majorana geniale fisico siciliano, nato nel 1906, fece parte del gruppo di ricercatori noti col nome de “i ragazzi di via Panisperna”. La sua improvvisa e misteriosa scomparsa nel 1938 spinse Sciascia a scrivere questo saggio, ipotizzando la decisione volontaria di scomparire dello scienziato, che aveva intuito immediatamente quali esiti devastanti per l’umanità avrebbero avuto le ricerche effettuate insieme al suo gruppo di lavoro.
A proposito degli scienziati che lavoravano alla progettazione della bomba atomica, Sciascia scrive: “Chi, sia pure sommariamente (come noi: tanto per mettere le mani avanti), conosce la storia dell’atomica, della bomba atomica, è in grado di fare questa semplice e penosa constatazione: che si comportarono liberamente, cioè da uomini liberi, gli scienziati che per condizioni oggettive non lo erano; e si comportarono da schiavi, e furono schiavi, coloro che invece godevano di una oggettiva condizione di libertà. Furono liberi coloro che non la fecero. Schiavi coloro che la fecero. E non per il fatto che rispettivamente non la fecero o la fecero – il che verrebbe a limitare la questione alle possibilità pratiche di farla che quelli non avevano e questi invece avevano – ma precipuamente perché gli schiavi ne ebbero preoccupazione, paura, angoscia; mentre i liberi senza alcuna remora, e persino con punte di allegria, la proposero, vi lavorarono, la misero a punto e, senza porre condizioni o chiedere impegni (la cui più che possibile inosservanza avrebbe almeno attenuato la loro responsabilità), la consegnarono ai politici e ai militari”.
Ho scoperto, rileggendo l’intervista rilasciata da Sciascia al giornale Qualesammarco in occasione di una sua venuta a San Marco in Lamis nel 1986 per ritirare il premio Fermi presso Liceo Scientifico locale, che La scomparsa di Majorana era uno dei libri a lui più cari. Era risaputo che lo scrittore non amava partecipare ai premi letterari importanti perché, diceva, “sono essi stessi una cosa da satira. Io mi ci sono sempre sottratto”. Tuttavia non rifiutò di accettare il premio conferitogli dagli studenti del paese garganico dichiarando: “Mi piacciono i piccoli premi simpatici”.
Potete leggere l’intera intervista pubblicata nel 1990 a questo link: https://www.sanmarcoinlamis.eu/wp-content/uploads/2019/12/Sciascia-Qualesammarco.pdf
A San Marco in Lamis esiste il Centro Documentazione Leonardo Sciascia e la Biblioteca degli scrittori del Novecento, http://www.laboratorioletterario.it/centro-documentazione-sciascia/ , in cui il prof. Antonio Motta, collezionista e bibliofilo, ha raccolto numerosi documenti riguardanti lo scrittore siciliano, che rappresentano un interessante e ricchissimo patrimonio culturale della nostra Regione.
Il professor Motta, che tuttora dirige il Centro di documentazione, ha gentilmente accettato di inviarci un suo contributo video per condividere con noi un suo affettuoso ricordo legato a quell’incontro.
https://www.facebook.com/BibliotecaFoggiaLaMagnaCapitana/videos/402225057716653