In omaggio alla ragazza, e alla donna, che diventerà
Giornata Internazionale dei Diritti della Donna
Lotta combinaguai, di Astrid Lindgren, illustrazioni di Beatrice Alemagna, Mondadori, 2015.
Lotta ha quattro anni o poco più ed è la più piccola della famiglia. Ha un fratello, Jonas, che il papà chiama Fracassone per quante ne combina e una sorella, Maria, detta Mia-Maria ma anche Fracassina, perché è vivace, sì, ma ne combina qualcuna in meno. Ha due genitori molto pazienti e affettuosi, e una simpatica vicina; ha un amico di pezza dal quale non si separa mai, si chiama Orso ma è un roseo maialino. E poi ha un sacco di idee belle e strampalate, pensa e fa sempre più di una cosa alla volta e ha la testa solo lei sa dove: forse per questo suo padre la chiama Frastornina.
È irrequieta, ha fretta di crescere, ha voglia di fare quelle cose che ai suoi fratelli più grandi sono già permesse e a lei no, non ancora, perché è piccola. Soprattutto ha un bel nome corto ed evocativo, che rimanda all’audacia, alla ribellione, alla tenacia e alla voglia di farcela. È vero, ha una specie di naturale propensione a finire nei pasticci, ma ce la mette sempre tutta e non si arrende mai.
Le illustrazioni di Beatrice Alemagna, alcune delle quali a piena pagina, divertenti e vivaci, sono parte essenziale nella narrazione e valorizzano l’originalità e gli aspetti poco convenzionali di questo racconto.
L’autrice Astrid Lindgren, scrittrice svedese, nota in tutto il mondo per aver dato vita al personaggio di Pippi Calzelunghe, racconta con allegria e con una punta di “irriverenza” le avventure di questa bambina scapestrata e ribelle, intelligentissima, curiosa e affamata di conoscenze sin da piccina, che sono poi le cose più preziose che possano esistere in una persona.