I figli, la lingua, la madre

Riflessioni su la Giornata Internazionale della Lingua Madre

I Figli

Un individuo, una persona. Immaginiamola nel suo ingresso alla vita, in quello che comunemente definiamo nascita. Potremmo chiamarlo Inizio, se ignorassimo quei pezzi importanti di storia che già prima di venire al mondo ci riguardano da molto vicino. La cultura, i costumi, la memoria. La vita degli altri che si ficca nella nostra. Che è già parte di noi. Non solo la vita di nostra madre, di nostro padre, dei nostri nonni. Viaggiando all’indietro nelle generazioni, anche la storia delle persone che hanno abitato la nostra terra, ci appartiene. Genti che hanno mangiato le cose che mangiamo noi, che hanno vissuto sotto questo cielo, che si sono capite parlando la nostra stessa lingua. Siamo figli di tutto quel che c’ha preceduto.

Sofia Gallo, Anatuf e gli uomini blu

La Lingua

Immaginiamola come un unico corso d’acqua che bagna tutte le parti del mondo, ma proprio tutte, che non lascia a secco neanche un angolo. Un fiume in piena che prende forme e riflessi diversi, a seconda dei luoghi. Che si insinua, si ferma, si raccoglie in lago, diventa cascata, consuma le rocce, scorre sotto terra. Rende la terra fertile. Ci nutre, ci disseta. In ogni posto è diversa, quest’acqua.

Immaginiamo adesso quel bambino piccolo, lo stesso di prima, così nuovo su questo pianeta da sembrare un extraterrestre. Non sa ancora niente di come si sta al mondo. Ha bisogno di tutto. Non sa camminare. Non sa mangiare da solo. Ha paura del buio e dei rumori forti, ma anche la luce che abbaglia e il silenzio sono minacciosi. Potrebbe morire di caldo ma anche di freddo, e non si fida tanto di quelli che non ha mai visto.

La Madre

Conosce bene l’odore di sua madre, però, o delle braccia che più spesso l’hanno tenuto a sé. Di questo sì che ha fiducia. Allora impara a dire Mamma, come prima cosa, ché quelle braccia gli serviranno sempre, saranno il suo riparo per tutta la vita. Poi impara a dire Acqua perché la sete si sente prima della fame, e fa male. Impara anche a dire Aiuto, per tutte le volte che ha timore. Imparerà poi a dire Vieni, per quando non vuole rimanere solo, per quando vuole giocare. Vieni è una parola importante: racchiude in sé un bisogno e un desiderio. Vieni… (da solo io sto male); Vieni! (insieme stiamo bene). Saprà dire Scusa e Grazie, parole antiche che i bambini sanno pronunciare benissimo e che da adulti spesso dimentichiamo. Imparerà a chiedere Perché, con la giusta intonazione, che coincide con il punto di domanda. Perché? La più importante delle espressioni; serve a toccare il fondo delle cose, a indagare, a comprendere tutto quello che non proprio non capiamo. Nel tempo, con cento parole saprà farsi notare, la sua presenza non passerà mai più inosservata, le sue richieste meriteranno ascolto. Più avanti, con mille o centomila parole, potrà spiegare abbastanza bene tutto quello che gli passa per la testa. Potrà capire tutto quello che passa nella testa degli altri, anche.

Cresciamo insieme alla lingua che ci abita. Le nostre urgenze, i bisogni e i desideri, il sentimento e i valori, la fame di conoscenza, crescono insieme alla conoscenza della nostra lingua. Con poche parole siamo persi, impotenti. Senza, siamo orfani.

Un bambino, o un adulto, che arriva in un paese straniero è un neonato, o un extraterrestre. Andrebbe trattato con il massimo della cura. Preso per mano, accompagnato.

Dopo, quando avrà imparato un numero adeguato di parole, potrà camminare da solo.

Bruno Munari, Tanta gente

La Lingua Madre

È il porto sicuro. Dove non hai paura di perderti, di correre più veloce degli altri o di restare indietro. È dove sai cavartela. La Lingua Madre sa accogliere, ci ricorda le origini, tiene al caldo il sentimento d’appartenenza. Consente l’agio di dire poco o male, di sciupare le frasi, e lo stesso di essere capiti. È la base solida e certa nell’apprendimento, anche di una lingua altra.

La Madre Lingua è una brava mamma che lascia andare, fa volare, ma non si dimentica mai dei propri figli. Siano noi che non dobbiamo scordarci di lei. Che abbiamo il dovere di non trascurarla, di non maltrattarla. “Noi” insegnanti, educatori, operatori, “genitori” dei figli del mondo. Un mondo sempre più ricco di mescolanze culturali e linguistiche. A noi un mondo così, piace. Ma possiamo fare di più. Dai percorsi didattici dedicati, alla semplice comunicazione quotidiana, è importante tenere a mente quanto è grande il rispetto e il bene che a una Madre si deve.

Alessandro Sanna, ABC di Boccacce

21 febbraio 1952

Per celebrare il valore della Lingua madre e la ricchezza del multilinguismo, è stata istituita dall’UNESCO la Giornata Internazionale della Lingua Madre. Il 21 febbraio è una data significativa. In quello stesso giorno, nel 1952, furono uccisi, delle forze di polizia pakistane, alcuni studenti dell’Università di Dacca che rivendicavano il bengalese quale lingua ufficiale. 

La casa delle parole

Poiché i libri sono la casa delle parole, e la Biblioteca è la dimora dei libri, e tutti i bambini di ogni parte del mondo andrebbero, all’inizio della vita, tenuti per mano, noi come Biblioteca dei Ragazzi, abbiamo selezionato dei libri sull’argomento che più di ogni altro ci sta a cuore: la Lingua, le Lingue.

E.L. Konigsburg, L’alfabeto del silenzio
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Pugliese. Quel che più ama: i figli, il blu mare, i colori primari e - a partire da quelli - tutti gli altri, la pagina scritta, la parola che cura, i bambini, danzare, la sua Stromboli.

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