Franz Liszt nasce il 22 ottobre 1811 a Raiding, nel Burgenland, una regione a quei tempi compresa nella parte ungherese dell’impero austroungarico.Colto e cosmopolita, virtuoso brillante e spettacolare, Liszt ha espresso nelle sue composizioni sia l’improvvisazione acrobatica e l’arditezza tecnica sia un’ispirazione più meditata ed interiore spesso venata da una mistica religiosità. Nel corso della sua vita il compositore fu spesso aneliti di misticismo, cosi afferma un passo del suo testamento “si, Gesù Cristo crocifisso, la follia e l’esaltazione della croce erano la mia autentica vocazione”. Né fu mai un idealista, un’utopista alla Rousseau: «Non sono artista al punto di essere assolutamente privo di buon senso nelle cose della vita reale e positiva». Poi con la maturità queste infezioni progressiste svanirono e la musica divenne strumento unicamente ascetico, scevro da ogni rivendicazione sociale. Alle soglie dei 55 anni così scrive: “Si può dire che la musica è essenzialmentereligiosa e,come l’anima umana, naturalmente cristiana”, e poiché s’unisce alla parola, quale più legittimo impiego delle sue energie che cantare l’uomo a Dio e di servire così da punto d’incontro tra i due mondi, il finito e l’infinito?». E nel ’77: «La musica è la sola arte che continua nel Paradiso». Queste righe non sono espressione di un vago sentimento religioso panteista e romantico bensì comprovano la vera fede nella realtà dell’anima del compositore ungherese: «L’arte non è affatto una religione a parte, ma è l’incarnazione formale della vera spiritualità, e di intuizione verso l’eternità dello spirito umano». E’ la bellezza stessa a portare a Dio. Ma se è vera bellezza, nata anche dal genio di artisti protestanti e illuministi, l’incontro non potrà che essere con l’unico vero Dio, cioè quello universale: «Palestrina e Lasso fino a Bach e Beethoven, che sono le cime dell’arte spirituale».Nel 1865 divenne accolito nell’ordine francescano della Chiesa cattolica. Cultore di Dante, e della divina commedia, intesa come cammino che ogni uomo è chiamato a compiere ineluttabilmente, scrive una sonata per piano (1837) detta Sonata Dante tratta dalla raccolta Années de pèlerinage, deuxième année – Italie, S161, in cui descrive i paesaggi interiori immaginati da Dante Alighieri, che ebbero una impressione determinante per il compositore .In seguito nel 1853 scrisse una sonata per pianoforte, detta sonata in si minore, in cui non descrive piu la poesia e il pensiero di un poeta o di un paesaggio, ma egli stesso è il protagonista, portavoce dell’essere umano, del cammino che l’uomo compie a partire dalla sua caduta in questo mondo impermanente, in cui la fugacità della vita punge dolorosamente lo spirito dell’individuo, une melodia dolcissima rappresenta l’anima umana, e con le stesse note metamorfosate, conosce l’inferno, il dolore la separazione, poi con il suo anelito, risale verso la purificazione, per trovare sonorità grandiose di stampo Dantesco, e attraverso la fermezza ed il coraggio trova l’amore vitale che guida l’uomo desideroso di Verità e di Bellezza di incontrare quella parte che non muore mai, onnipresente nel cammino verso l’Eterno.
Sonata in si minore per pianoforte, S 178
Musica: Franz Liszt (1811 – 1886). Lento assai (si minore)
- Allegro energico
- Agitato
- Grandioso, dolce con grazia
- Cantando espressivo
- Andante sostenuto (fa diesis maggiore)
Nella Dante sinfonia lo scontro dialettico è quindi tra dannazione e pietà, tra aspra necessità di condanna e ovvia commozione nei confronti della fragilità della natura umana. Liszt riesce a centrare perfettamente questo doppio aspetto della poesia dantesca e lo fa proprio non inserendolo nella forma classica della sinfonia, ma creando una forma che è a metà strada tra un poema sinfonico e una sinfonia di cui prende a prestito principalmente l’elemento di contrasto dialettico, dove però, a differenza della sinfonia beethoveniana, non vi è a mio giudizio né vincitore né vinto: i temi, soprattutto il bellissimo secondo, sono isole che non si toccano, come quelli del grande di Bonn. Il cammino verso la luce è lo spirito del secondo movimento dell’intera sinfonia, il “Purgatorio“. Le sonorità danno l’impressione di una sterminata interiorità, colta in un momento di desolata attesa, sospesa nell’eternità, illuminata soltanto dalla gioia futura; e il movimento trapassa lentamente, in una dimensione che appare senza tempo, verso il Paradiso, di cui è offerta col Magnificat, quasi tutto in piano, una briciola di estatica contemplazione.
2.1.2 L’anticamera dell’inferno e il Limbo
2.1.3 Il secondo girone. Paolo e Francesca
2.2 Secondo movimento: Purgatorio
Discografia e Bibliografia
Franz Liszt : Sonata in B minor Franz Liszt ; Alfred Brendel, piano. – West Germany : Philips, p 1982. (class 485)
Franz liszt : Après une lecture du Dante ; Claudio Arrau, piano
[Holland] : Philips, p1983. (I&S 489) Class
Rattalino Piero, Liszt, o Il giardino d’Armida , Torino, EDT, 1993 Franz Liszt. Nelle fotografie d’epoca collezione Ernst Burger ,Tivoli, Villa d’Este, 13 aprile-5 giugno 2011, Roma, De Luca editori d’arte, 2011 |
A cura di Marco Maria Lacasella