Il profumo della felicità

Qual è il profumo della felicità?

Quello che vi fa venire subito in mente un abbraccio soffice e rassicurante, che spazza via ogni tristezza e ogni paura? Per quel che mi riguarda è sicuramente il profumo della torta di mele, quella che preparava mia nonna e il cui ricordo ancora adesso basta a riconciliarmi con il mondo intero.
La ricetta della mia amata nonna Eugenia era piuttosto tradizionale e prevedeva tra gli ingredienti principali la farina bianca e lo zucchero raffinato. Se cercate nel web scoprirete, però, che ne esistono decine e decine di varianti, alcune delle quali consigliano di sostituire la farina 00 con quella integrale e di dolcificare il tutto con lo zucchero di canna.
Per me d’ora in poi questa versione avrà il nome di un’altra nonna: Angela, nonna “adottiva” di Ayodele e di tutti i lettori di Figlia del cuore, il romanzo di Rita Charbonnier pubblicato da Marcos y Marcos.


Ayodele, voce narrante della storia, è una ragazzina Nigeriana, orfana di madre, che vive con il fratello minore, Obani, e suo padre Akoni in un “casermone pieno inzeppato di suore”.
La vita con le “pinguine” in fondo non le dispiace. Il padre è assente per gran parte della giornata e lei e il fratellino sono liberi di guardare tutto il tempo la TV ingozzandosi di cibo spazzatura.

Questa cosa però non sfugge ai “furbacchioni dei Servizi sociali” che si presentano un bel giorno al casermone e “facendo slalom tra i secchioni della monnezza approdano alla porta” del suo appartamento.
Da qui comincia un nuova fase della vita di Ayodele che la porterà a conoscere Sara, madre affidataria della bambina, e nonna Angela.
Sara agli occhi di Ayodele appare subito come una “marziana, piccoletta, bionda slavata, con la pelle così bianca da sembrare trasparente”, il cui appartamento è talmente “ampio, brillante e luminoso” da far venire la nausea, e in cui troneggia un divano di design a forma di serpentone.
La donna con pazienza certosina inizia a propinarle una lista lunghissima di regole che la bambina fa fatica ad accettare e per protesta si trincera dietro un caparbio mutismo, la migliore arma di difesa che conosce.
Ayodele ha paura a lasciarsi andare ai sentimenti. Teme che legarsi alle persone sia troppo doloroso. All’improvviso possono sparire, proprio come è accaduto alla sua mamma biologica, quella di pancia, morta in circostanze tragiche e misteriose.
Però Sara, che sin da subito riconosce in Ayodele la sua figlia del cuore, non demorde, e come un esperto tagliatore di diamanti, aiuta la bambina a liberarsi delle sue parti spigolose e opache che le impediscono di risplendere ed emergere. Del resto il suo nome in lingua Yoruba significa “la felicità è entrata in casa” e, nonostante le resistenze iniziali, Ayodele regalerà a Sara e a nonna Angela momenti di pura gioia che difficilmente lasceranno il lettore indifferente.

A questo punto vi propongo un gioco, Sara mi perdonerà se le rubo l’idea: provate a dare una definizione di famiglia. Vince chi riesce a trovare una frase migliore di quella che ha saputo coniare Obani:

“La famiglia è un cerchio che diventa un cuore”.


Impossibile trovarne una più bella e più potente perché si adatta a tutte le declinazioni di famiglia che, come ci spiega Ayodele, diventa un cuore solo se all’interno del cerchio coesistono fiducia e amore.
Scommetto che vi state chiedendo se il cerchio che circonda Sara e Ayodele riuscirà a trasformarsi in un cuore.
Lascio che sia la stessa Ayodele a svelarvelo. Sono certa che con la sua ironia graffiante saprà tenervi incollati alle pagine di questo delizioso romanzo che riempie il cuore e le narici di un dolcissimo profumo di torta di mele.

THE SMELL OF HAPPINESS

What does happiness smell like? 

What makes you suddenly think about a warm and smooth hug, and gets rid of every sadness and fear? For all I care, it is surely the fragrance of an apple-pie, like the one my grandma used to make. These memories are all I need to reconnect with the entire world. 

The recipe of my lovely grandma was quite traditional. The main ingredients were white flour and withe sugar. But if you research on the web, you will notice that there are dozens and dozens of variants, some of whom suggest replacing the “00” flour with whole wheat one and to sweeten the mixture with brown sugar.

In my case, this version will be, from now on, the one by another grandma: Angela, the step-grandma of Ayodele and of every reader of “Daughter of the heart”, the novel by Rita Charbonnier, published by “Marcos y Marcos”.

The story is narrated by Ayodele, a Nigerian motherless girl, who lives in a “barracks-style building completely soaked with sweat” with her little brother, Obani, and her father Akoni.

All in all, she likes a life with “the penguins”. Her dad is missing for a great part of the day, and she and her brother are totally free of watching TV and eating junk food.

But the cunning people from social services noticed that. One day, they went to the barracks-style building and they got at the apartment door zigzagging between garbage cans.

From here on started a new chapter of her life, where she met her step-mum and the grandma Angela.

To Ayodele’s eyes, Sara looked “Martian, very little, with washed-out blond hair, such a pale skin that seemed transparent”, whose apartment was so “large, shiny and bright” that made you feel sick, and where stood out a sofa with a winding design.

The woman started very patiently listing a mountain of rules which the girl struggled to accept, and for protest she hid behind a stubborn silence, the best defensive weapon she knew. 

Ayodele was scared to let go of her feelings. She dreaded being attached to someone to the extent of getting hurt.

They could suddenly disappear, like her biologic mum, born from her womb, who died in tragic and mysterious circumstances.

But Sara did not give up because she acknowledged Ayodele as her heart’s daughter. Like a skilled diamonds cutter, she helped the girl smooth her matt edges, which did not let her shine and open up.

After all, in Yoruba language her name means “the happiness has come in the house”, and despite of the initial resistances, Ayodele gave Sara and her grandma Angela moments of pure joy, which will easily impress the readers.

At this point, I suggest a game. Sara will forgive me if I steal her idea: try to give a definition of “family”. He wins who finds a better sentence than the Obani’s one:

“The family is a circle turned into a heart”

It is impossible finding one more beautiful and powerful because it suits every meaning of “family”. Like Ayodele says, it becomes a heart only if inside it faith and love live together.

I guess you are wondering if the circle around Sara and Ayodele will turn into a heart.

I leave Ayodele reveal it to you. I am sure that she will be able to direct you attention to the pages of this delightful novel, which will fill your hearts and noses with a fragrance of apple pie.


Traduzione in lingua inglese a cura di Miriam Vitulli, studentessa dell’Università di Macerata, presso il Dipartimento di Studi Umanistici, corso di Lingue, e tirocinante presso la biblioteca.

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Salutista, ma non troppo. Lettrice onnivora, ma dal palato fino. Adoro i panini gourmet, il jazz lounge, le cene con gli amici.

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