Sorprese tra le righe

I libri parlano di chi li ha letti

Tra le pagine dei libri della Biblioteca, soprattutto fra le centinaia di migliaia conservati nel Deposito, capita spesso di trovare qualcosa, a testimonianza del loro uso, inconsapevolmente dimenticata dai precedenti lettori.

Ci riferiamo non solo ai segnalibro veri e propri, ma anche a quelli improvvisati: scontrini di acquisti, liste della spesa, biglietti di concerti o del cinema, cartoline, fogli con dedica, fotografie…

I libri parlano di chi li ha letti. Troviamo segni della partecipazione del libro alla vita del lettore come parte integrante della sua esistenza, segni che trasformano il libro in un cofanetto portagioie.  

Testimonianze che successivamente vengono ritrovate, anche a distanza di anni, da chi quel libro lo riapre e fantasticamente si ritrova trasportato nella vita degli altri.

Siete curiosi? Eccovi qualche esempio:

  • Le immagini sacre come i santini;

  • Una vecchia foto di una ridente bambina in braccio al suo papà: Chissà quanto sarebbero contenti di riaverla
  • Un preventivo per una settimana di vacanze a Fiuggi;
  • Il biglietto, non utilizzato, per un concerto di Ligabue;

  • Una cartolina spedita a Napoli negli anni ’40 a firma Totò e Peppino. Saranno i famosi attori?

  • La dedica: “Perdonami se non c’è l’ho fatta, ti prometto di mettercela tutta. Auguri di un buon Natale ‘99 alla più grande meraviglia della mia vita. Ti auguro tutto il bene del mondo. Il tuo grandissimo amore”.
  • Un foglio con su scritto: “Sono sempre stata la tua “casa”, ti ho amato come mamma per quello che sei sempre stata e ti sarò vicina come quando ero qui“.

Come quelle mani dipinte sulla roccia in una caverna da un preistorico artista, questi segni sono momenti cristallizzati, racchiusi in uno scrigno di parole, testimoni del tempo e della vita di chi ha avuto il privilegio di conoscere.

Chissà quanti altri segreti ancora nascondono le migliaia di libri contenuti nel nostro Deposito, in attesa che un altro lettore possa riportarli in vita e ridare luce ad un pensiero dormiente da tempo, diventare parte di un percorso, di un filo che lega tra loro persone che, nella maggior parte dei casi, resteranno perfette sconosciute.

A cura di G. Simone e D. Vecchiolla

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Sto in biblioteca da quando il lavoro non era né work né agile. Riordino i libri negli scaffali, ecc… ecc…, e cerco qualcuno che li legga.

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