“Chi nomina, chiama. E qualcuno accorre, senza aver preso appuntamento, senza spiegazioni, al luogo dove il suo nome, detto o pensato, lo sta chiamando. Quando questo accade, si ha il diritto di credere che nessuno se ne va del tutto finché non muoia la parola che, chiamandolo, lo fa ritornare”, scriveva così Eduardo Galeano.
Alla seconda pagina di Tuoamore di Crocifisso Dentello, La nave di Teseo 2022, questa frase ci torna alla mente, si posa sul cuore.
Qui c’è un figlio, l’autore, che chiama la madre, Melina, scomparsa a sessantadue anni a causa di un carcinoma al seno.
Inizia a chiamarla per nome, ad un certo punto della vita, e così facendo la rende presente e amica anche a noi lettori, quasi fosse una vicina di casa, o la signora con cui scambiare due chiacchiere in autobus, in fila alla cassa del supermercato, al bar.
Per anni ti ho sempre chiamato mamma. Poi ho cominciato a chiamarti anch’io, come il resto del mondo, Melina. È stato quando siamo diventati coetanei, quando a un certo punto ci siamo riconosciuti come due adulti.
C’è uno scambio di ruoli in questa frase, perché le asimmetrie s’invertono quando si smette di vedere i genitori solo nel loro ruolo e li si scopre persone, con una propria biografia che è iniziata molto tempo prima del nostro arrivo.
È la persona che viene ricordata, in questo libro, non soltanto la madre. Si rende omaggio al temperamento di Melina, alle sue risposte fiere e allegre anche di fronte agli stenti dell’infanzia e alle rinunce che ha portato con sé.
Cerco di non vedermi più solo come tuo figlio. Cerco di ripercorrere la tua vita al di là del fatto che tu sia stata mia madre.
E così si srotola, in questo memoir che tiene insieme tutti i colori della vita, il filo sottile che ci unisce nel corso delle nostre esistenze, un filo che lega insieme attimi comici e giorni bui.
Il libro, anche nel formato, ha il sapore della confidenza: Crocifisso ci prende la mano e ci presenta Melina, in una serie di ricordi, spesso divertenti.
Fa scherzi telefonici, Melina, attacca bottone con tutti, s’infervora per la Juve, non ci pensa due volte a buttarsi per terra con il vestito buono, se è in gioco la vita di un gattino.
Ma questo libro è prezioso anche perché ci racconta quello che troppo spesso rimuoviamo quando da ragazzi diventiamo donne e uomini.
Invece no, si deve dire, perché il racconto di ciò che è stato arrivi come una carezza a chi quelle difficoltà le sta vivendo oggi.
Si può essere stati soli e bullizzati nell’età in cui tutto avrebbe dovuto/potuto brillare, la giovinezza, le amicizie, i primi amori.
Invece, no, non è così per tutti.
Ma poi si cambia, il vento gira, ci si ritrova grandi e responsabili a propria volta, anche senza mai aver avuto figli.
Succede quando si ha cura di un genitore, che ci ri-genera una seconda volta.
Nell’assistere una madre o un padre malati partoriamo la nostra rinascita come esseri capaci di uscire da sé per dare sollievo alla vita di qualcun altro.
Impariamo il valore dell’andare incontro alla vita, anche alla nostra.
E noi vorremmo farglielo vedere ai nostri cari che siamo cresciuti, che ci siamo conquistati il nostro posto nel mondo, che abbiamo superato quella linea che ci separava dalla pienezza dei giorni.
Allora, quando il tempo dei genitori scade, possiamo scrivere e regalarci uno spazio supplementare, perché le storie hanno questo di veramente magico, sanno riavvolgere il tempo e sanno aprirsi al futuro.
Non conoscono solo l’età degli uomini, che procede ad una direzione. Le storie conoscono il tempo che si riavvolge ad ogni stagione. In questo modo, il lettore supera ogni nuovo ostacolo con l’aiuto dell’eroe o dell’antieroe del libro.
Scrivere è stato un tentativo di essere figlio fino in fondo.
Melina e Crocifisso, insieme, regalano a ciascuno di noi quel tempo di vita supplementare.
Il loro sembra una specie di ballo, a cui assistiamo battendo le mani mentre uno conduce l’altra e poi si cambiano di posto. È un ballo che rapisce per la sua armonia, perché come scrive Ivano Fossati, in Bella speranza: “Solo un grande scrittore fa muovere insieme i vivi e i morti”.
Ma Melina amava i Pooh, ed è con le parole della sua canzone preferita che vogliamo chiudere questo post-blog: “Noi due nel mondo e nell’anima/La verità siamo noi”.
Melina e Crocifisso, insieme, ci hanno raccontato una verità che appartiene a ciascuno di noi.
Tuamore, che fa parte delle collezioni della Biblioteca, è disponibile al prestito in versione cartacea e in prestito digitale.
Crocifisso Dentello sarà presente in Biblioteca mercoledì 5 ottobre 2022, alle ore 18.00 in Sala Narrativa, per la rassegna letteraria Fuori gli autori, organizzata insieme alla libreria Ubik di Foggia.