Vincent Van Gogh. La tristezza durerà per sempre

Raccontare Van Gogh e non essere scontati e ripetitivi è impresa assai ardua. Francesco Barilli e Roberta Sacchi “Sakka” hanno trovato il modo. Gli undici capitoli che narrano gli anni tra il 1881 e il 1890 (anno della morte) hanno infatti una struttura alquanto originale. Prima di tutto la presenza di un interlocutore del protagonista, simbolicamente presente tra le penne di un corvo e le cui parole sono individuabili grazie ad un colore di fondo diverso e a un tratto spigoloso. La follia, presenza costante nella vita del pittore, che in un dialogo ininterrotto con il protagonista, come un narratore onnisciente, facilita la comprensione di una personalità caratterizzata da un forte disagio psicologico ed esistenziale. Inoltre ogni capitolo è introdotto da una frase evocativa e si conclude con la rielaborazione di un’opera riproposta con il titolo originale e la data. E quindi l’arte come mezzo per raccontare l’uomo.

Perché in Vincent Van Gogh. La tristezza durerà per sempre, il protagonista è l’uomo con i suoi conflitti e le sue fragilità. 

La ricerca di Francesco Barilli e le illustrazioni di Sakka hanno avuto come punti fermi i quadri e l’epistolario di Van Gogh, fondamentale per la rielaborazione dei dialoghi riportati nel fumetto. Inoltre nel volume compaiono anche la bibliografia e i titoli dei film utilizzati come fonti.

Di forte impatto i testi interamente scritti a mano, quasi di getto, che diventano parte integrante del disegno, indispensabili per segnare emotivamente alcuni passaggi.

Molto efficaci e belli i disegni che rompono gli schemi, senza confini e limiti; le pagine sembrano tutte diverse, creano un forte legame tra il lettore e la storia e rendono la lettura coinvolgente ed empatica. I sentimenti sono visibili, tutto diventa tangibile, chi legge si sente protagonista. Le espressioni dei volti catturano fin dalla prima pagina e caratterizzano ogni scena.

I colori, i vividi colori di Van Gogh sono presenti fondamentalmente solo in copertina, mentre tra le pagine è prevalente “l’oscurità” della follia che pervade ogni cosa.

In conclusione del volume un tributo a Johanna Bonger, moglie di Theo, che dedicò la sua vita alla memoria del marito e del cognato, curando la pubblicazione del loro epistolario e assicurando a Vincent la fama che avrebbe meritato anche in vita.

Francesca Capone

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