Riccioli d’Oro e i tre Orsi

Una storia buona dedicata alla Giornata del Libro per Bambini

Il 2 aprile, nel giorno in cui ricorre la nascita di Hans Christian Andersen – il più grande autore di fiabe di ogni tempo – si celebra in tutto il mondo la Giornata del Libro per Bambini.

La nostra Biblioteca dei Ragazzi – da sempre attiva sul territorio, e non solo, nella promozione della lettura fin dai primissimi momenti di vita – dedica a questa giornata una storia gentile e a lieto fine. Le storie sono il filo che ci lega ai più piccoli e che restituisce loro il senso di cose ignote, a volte difficili e incomprensibili. Senza storie da leggere o da raccontare, avremmo meno cose dai dire e più scarsa capacità di ascolto.

Hans Christian Andersen – foto di Thora Hallager

Riccioli d’oro e i tre orsi, conosciuta anche come La storia dei tre orsi , è una fiaba della tradizione popolare inglese. Tramandata oralmente, fu scritta su carta per la prima volta dal poeta inglese Robert Southey nel 1837. Lo stesso anno, lo scrittore George Nicol ne pubblicò una versione in rima che si basava  sulla stessa trama del racconto di Southey. Entrambe le versioni vedevano protagonisti tre orsi e un’anziana donna che entra nella loro proprietà mentre i tre sono assenti.

Nei secoli questa storia ha subito diversi cambiamenti fino ad arrivare a noi in una forma senz’altro più morbida e rassicurante di quella originale.

Nel bosco c’è una piccola casa. In questa casa abitano Papà orso, Mamma orsa e orso Figlioletto. Non hanno un nome. Nella storia quel che conta è che vi sia un papà, una mamma, un figlio.

Un giorno, mentre la famiglia di orsi è in giro a fare una passeggiata, una bambina coi riccioli color oro, entra e comincia a guardarsi intorno. In casa non c’è nessuno ma la bambina è incuriosita da quel che trova. C’è una ciotola di latte assai grande, una di media grandezza e poi ce n’è una piccola piccola. Nella ciotola grande il latte è troppo caldo, in quell’altra è troppo freddo. Il latte della ciotola piccolina invece è proprio giusto! E tutto così, in questa casa. C’è la sedia grande grande, l’altra è più proporziona e la terza è piccola piccola. Nell’altra stanza, c’è un letto enorme, un altro che è la metà del primo, e un terzo piccolino…

La bambina tocca e prova tutto quel che vede. Beve il latte dalla ciotola piccola che è perfetto per lei; si siede sulla seggiolina e, in verità, la rompe. Poi si sdraia sul letto piccino e prende sonno…

Quando Papà orso, Mamma orsa, e Figlioletto rientrano, sono dispiaciuti e anche un po’ arrabbiati nel vedere che qualcuno è entrato e ha toccato ogni cosa senza riguardo. Non ostante tutto, dopo un po’ di sconcerto iniziale, la bambina verrà perdonata e ben accolta.

È questa una storia buona che piace sempre ai bambini.

I piccoli amano ritrovare nelle favole, e nella vita vera, dettagli proporzionati a loro. Un piccolo tavolo, una sedia su misura, il letto piccolo, la ciotolina, basteranno a farli sentire a proprio agio nel mondo. È il motivo per cui la “casa su misura”, criterio alla base della didattica e delle scuole Montessoriane, facilitano l’apprendimento, le relazioni e l’autonomia. Il bambino, in un luogo su misura, è finalmente attore principale. “Fuori”, c’è un mondo che non tiene conto di lui, in cui senza sgabelli, scalette – e senza le braccia di un adulto – è impossibile sentirsi “all’altezza” delle situazioni.

È una storia delicata che ci porta a riflettere; ci insegna il rispetto per gli altri e per le cose altrui e il valore della condivisione.  Ci mostra che la comprensione è possibile anche tra individui tanto dissimili tra loro. Ritroviamo qui il senso della famiglia, il calore e l’armonia del vivere insieme in una “casa-tana”, che però non è escludente e non tiene fuori l’altro. Quando queste cose esistono, accogliere è un gesto semplice.

Nel racconto orale, praticato oggi come allora, questa storia si presta ad una narrazione con toni di voce differenti: grave e “grande” per Papà orso; morbido e rassicurante per Mamma orsa; tenero per Figlioletto orso. O forse è che la mia, di madre. me la raccontava così: per me questa favola esiste solo a tre voci.

La realtà che i bambini abitano è fatta di suoni e colori ricchi di sfumature, il loro alfabeto non è mai monocorde. Diversificare le voci intenerisce gli adulti e incanta sempre i bambini.

Di questa notissima favola ne esistono numerose versioni, alcune di grande qualità, più o meno fedeli al testo originale. È stata e viene tuttora reinterpretata da grandi illustratori di storie per l’infanzia. La troviamo anche arricchita dei simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), in una bella edizione di Uovonero.

Illustrazioni di Peppo Bianchessi

Riccioli d’Oro e i tre orsi che noi qui proponiamo è illustrato da Elena Ceccato, edito da Carthusia. La Ceccato, autrice ed illustratrice molto vicina alla Biblioteca dei Ragazzi e al nostro Buck Festival, ha nei giorni scorsi animato dei laboratori di Baby Painting con alcune classi di bambini e bambine della nostra città.

Illustrazioni di Elena Ceccato

Il libro fa parte di una selezione di titoli dedicata all’International Children’s Book Day, e va regolarmente in prestito.

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Pugliese. Quel che più ama: i figli, il blu mare, i colori primari e, a partire da quelli, tutti gli altri, la pagina scritta, la parola che cura, i bambini, danzare, e la sua Stromboli.

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